Nel mercato estivo Fassone e Mirabelli hanno svernato il mondo in cerca di un fantomatico numero 9 alla fine si sono dovuti accontentare di Andrè Silva, Kalinic e.... Fabio Borini. Borini è stato uno degli acquisti più originali della coppia dirigenziale rossonera, prelevato in prestito dal Sunderland con un'obbligo di riscatto fissato a 6 milioni, dicevo originale poiché nella sua ultima stagione in Inghilterra Borini ha messo a segno solo un gol. 

Borini è arrivato tra lo scetticismo dei tifosi rossoneri e le risate degli avversari. Ma quando é arrivato è quasi passato inosservato come se venisse catalogato un'acquisto di " Serie B" si diceva "Una squadra che gioca con Borini non può puntare alla Champions". Purtroppo la tecnica non eccelsa di Borini é davanti agli occhi ma la cosa che piace dell'ex Roma é la sua grinta, la sua umiltà  e la sua generosità, valori persi nel calcio moderno. 

Borini non è un'artigiano è un muratore, Borini non coccola il pallone come Suso, infatti lo tratta in modo primitivo e scolastico, non fa numeri di alta scuola, gioca in modo semplice e lineare come diceva il mio mister: "Non fare la Ferrari se sei una Panda". Borini gioca per quello che è un mestierante del pallone con tanta voglia di migliorarsi e ogni volta che è chiamato in causa da sempre il massimo. Potrebbe definire Borini un giocatore cult poiché in lui l'Italia rivede l'oasi felice della classe operaia degli anni 70-80. 

Borini è il simbolo calcistico della classe operaia.