Il Bologna perde anche a Cagliari, collezionando la quinta sconfitta in otto partite, facendosi superare dagli stessi Sardi, dall’Atalanta e dal Parma (che hanno battuto per 2-1 rispettivamente Siena e Sampdoria) e precipitando al terzultimo posto in classifica. Va detto che il match del disastrato Is Arenas è stato sostanzialmente equilibrato – in negativo – e si registrano due sole vere occasioni in 90 minuti, una per parte: il gol fantasma (che in realtà sembra esserci) non convalidato a Gilardino e la rete di Nainggolan, decisiva per l’1-0 finale. Polemiche arbitrali a parte, l’analisi della gara non può che essere critica. Il Bologna gioca male dall’inizio del campionato, avendo raccolto i suoi 7 punti rocambolescamente a Roma e nell’unica vera buona prestazione contro il Catania, oltre al pareggio casalingo coi pari punti del Pescara. Dagli scontri diretti in trasferta vengono le indicazioni peggiori: Chievo, Siena, Cagliari non sono di certo più forti dei Felsinei, né tantomeno hanno fatto molto per portare a casa la partita. Tuttavia il risultato è sempre stato il medesimo, 1-0 per i padroni di casa. Sta succedendo ciò che l’anno scorso si verificava invece a favore dei giocatori rossoblu (basti pensare alle vittorie ottenute a Verona e Novara, per esempio) ! Di chi è la colpa? La responsabilità ricade sulla dirigenza in primis, e si sapeva. Sono stati venduti – meglio: svenduti – i pezzi migliori, senza ottenerne l’adeguato ritorno economico e impoverendo tecnicamente la rosa. Dove prima c’era Gillet, oggi c’è la sua riserva. Lo stesso dicasi per Mudingayi e Ramirez (Taider e Konè). Una citazione anche per Belfodil, lasciato partire per poche migliaia di euro in direzione Parma, e che adesso servirebbe come il pane a Pioli, alla disperata ricerca di una seconda punta che gli permetta di spostare Diamanti sulla trequarti. L’unico big rimpiazzato degnamente è stato Marco Di Vaio, grazie al gentile omaggio del Genoa (Gilardino), che si spera venga confermato a gennaio esaudendo le esose richieste di Preziosi. Aggiungi che Diamanti non è più quello dello scorso anno ed il gioco è fatto! Ma nell’aria comincia a sentirsi anche qualche malumore nei confronti di mister Pioli: cambi in ritardo, squadra scarica, giocatori fuori ruolo, troppo poco spazio per Sorensen e Gabbiadini, infine la lite con Gimenez. Sicuramente anche l’allenatore ha le sue colpe, è inevitabile. Ma va ricordato che il presidente Guaraldi non gli ha preso uno che sia uno dei giocatori da lui richiesti, lasciando partire – per vari motivi – quelli su cui contava maggiormente, mettendolo non di certo nelle condizioni più idonee per continuare il suo lavoro (e concedendogli un lauto stipendio per evitare polemiche!). Dal momento che le disgrazie non vengono mai sole, il Bologna è atteso da un trittico di partite da incubo: Inter-Juventus-Udinese, che rischiano di peggiorare la già preoccupante situazione. L’unico appiglio cui aggrapparsi, per ora, è il fatto che anche l’anno scorso si era partiti male e solo da gennaio in poi si è vista la squadra in grado di dar fastidio a qualunque avversario e capace di mettere insieme ben 51 punti.