L'altro ieri, su uno dei principali quotidiani sportivi italiani, in un articolo ho letto una motivazione abbastanza strana per l'acquisto di un giocatore, ovvero: 'serve per rifondare il gruppo italiano'.
Il gruppo italiano consiste in un insieme di più 6/11 dei titolari di nazionalità, in questo caso, italiana (sempre secondo l’articolista).

A freddo mi sono posto un quesito: qual è l’ultima squadra che ha vinto con almeno 6/11 degli italiani come titolari?
Mi è venuto in mente solo  il grande Milan del 2007, ma vedendo le altre squadre che hanno vinto in Europa negli ultimi 20 non ne trovo altre, né il Milan del 2003 né tantomeno l’Inter del 2010 avevano 7 giocatori italiani nella formazione titolare.
Quindi mi chiedo che senso abbia questa ricerca ossessiva dell’italianità, poiché porta raramente a grandi risultati. Sono del pensiero che un giocatore non lo si valuti in base alla nazionalità, ma alla bravura.
Per esempio, ora come ora, vedo solo un giocatore italiano che potrebbe migliorare la formazione della Juventus, la prendo come riferimento perché è la squadra italiana più forte al momento, quindi che senso avrebbe prendere giocatori italiani, a parte mister X, visto che abbasserebbero il livello della rosa?

Molti dicono che gli italiani siano più fedeli; per me, a parte qualche rara bandiera, gli italiani rimangono nei loro club perché nessun top club gli recapita offerte. Gli italiani formano gruppo ok va bene, ma che senso avrebbe avere un gruppo compatto ma scarso?
Nei giocatori italiano poi vedo un grosso difetto, molti giornalisti nostalgici degli anni 90-2000 cercano in tutti i modi di trovare gli “eredi” di campioni del calibro di Totti, Maldini, Nesta, Costacurta, Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Pirlo ecc., ma in questo modo caricano sulle spalle di un 20enne il nome di un campione che ha fatto la storia e purtroppo molto spesso questi giovani vengono schiacciati dal macigno che gli è stato affibbiato.
Un altro difetto è il costo, se un giovane italiano fa una buona stagione, il costo del suo cartellino vola alle stelle, gli esempi più eclatanti sono Caldara(20), Gagliardini(28) e Belotti (100); a proposito di Belotti, qualcuno si ricorda Immobile che fece una stagione memorabile e poi scomparve? 
In Germania prima di giudicare un giovane come futuro campione aspettano che si riconfermi, Gorezka solo dopo 100 presenze in Bundesliga è riuscito a guadagnarsi l’appellativo di “campioncino”.

Quindi in conclusione, che senso avrebbe spendere il 40% in più del valore reale di un giocatore solo perché italiano? E soprattutto, con il 'gruppo italiano' si vince?
Ditemi cosa ne pensate voi nei commenti.