Quando il tintinnio del campanello precedeva l'arrivo del carretto dei gelati, in paese tutti si riversavano in strada. Si pregustava la dolcezza di quel rinfrescante piacere, lo si attendeva in gloria. E quando il circo arrivava in città era la stessa cosa, un giorno di festa. Senza pensarci due volte si lasciava tutto e si partiva. E allora "caricare, puntare, fuoco!" Perché le pallate di cannone - per non esser volgari e sempliciotti - sono già volate in sovrabbondanza nel cielo di Torino, per poi schiantarsi rumorosamente contro la fortezza a strisce bianco e nere. Sono arrivati anche i primi strilloni, si è scritto dei primi complotti e si è venduto oltremisura copie su copie di quotidiani sportivi in periodi di magra. Tutti felici, perché come una lieta novella giunge un nuovo caso, un piacevole momento per godere di qualcosa. Ma cosa, nell'esattezza? C'è di mezzo la Juventus, di nuovo, seppur in un altro contesto e per altre vicissitudini. Eppure, ad uno sguardo semplice ed immediato, il binomio Juventus/Criminalità parrebbe rinnovarsi. E non aiuta in tal senso il Presidente Andrea Agnelli, che in primissima battuta si è trincerato dietro un granitico social alla stregua di un "Mai visti, mai conosciuti, mai sentiti, mai incontrati, mai nulla a che fare" per poi, quest'oggi, come illustra il Corriere della Sera, giustificare i fatti con un "Noi come vittime, l’unico obiettivo era l’ordine pubblico dentro al nuovo stadio". Lo stesso Agnelli che per molti mesi non aveva mai rilasciato un intervento di fronte alle telecamere, se non in questi ultimi giorni. Un silenzio interrotto apparentemente per discolpare la società e sé stesso. Tutto questo alla gente piace. Definire "gente" è un aspetto tutt'altro che complicato, poiché sono in tanti e sono ovunque. Rappresentano quella maggioranza cheta, divisa da varie fedi calcistiche ma unita contro l'avversaria più vincente e più odiata del momento. Oggi la Juve, un tempo l'Inter, un tempo ancora il Milan. Del resto, la cosa più bella degli eroi è vederli finalmente cadere. Ma voglio credere che in mezzo a questo mare di cuori che battono per colori e storie diverse, ci sia anche un cervello e un'idea che spinga a guardare oltre l'orizzonte, a spegnere l'odio e ad accendere gli occhi, per chiedersi e guardare finalmente Le Cose Come Stanno: perché nessun'altra società o dirigente si è espresso su un tema così delicato? Non è il fango e nemmeno la facile ironia a dover meravigliare, quanto un assordante silenzio da parte di tutto il mondo del calcio. Come se il problema non esistesse. Come se gli Ultras e gli appartenenti alla criminalità organizzata che orbitano intorno alla Juventus fossero gli unici ad essere riusciti nel loro intento. Ed ecco che, volutamente, scegliamo tutti insieme di ignorare quel solo ed unico ultras che, appoggiato da tutta la curva, dette l'assenso a disputare la Finale di Coppa Italia, Roma-Napoli. Decidiamo di non dare peso a quell'Atalanta-Milan interrotta dal tifo organizzato Bergamasco. Oppure quel pomeriggio di caos e violenza al Ferraris, quando ai calciatori del Genoa - sotto in casa per 0-4 contro il Siena - venne intimato di togliersi le maglie, poiché ritenuti indegni. Quello degli ultras, che piaccia o non piaccia, è un problema che attanaglia e soggioga la stragrande maggioranza delle realtà d'Italia, dalla Serie A alla Lega Pro, con le dovute proporzioni d'impatto. Il fatto che non se ne parli è il primo campanello d'allarme. Una questione procrastinata in eterno e mai gestita correttamente, preferendo un voler fare piazza pulita senza colpire il vero punto nevralgico. D'altronde si sa, sradicare un albero anziché potare quei sette o otto rami malati è un lavoro assai meno concettuale e che possono fare tutti. Di un paio cose, per concludere, si può esser certi. La prima è che ormai sarà solo questione di tempo prima che, in altre illustri piazze, vengano a galla più o meno le stesse tragiche questioni, i medesimi interessi o addirittura peggio. Si capirà e si comprenderà che il calcio è malato per tutti, ma ho ragione di credere che il tutto verrà alla luce quando sarà troppo tardi. Del resto - ed eccovi la seconda - nel 2006 rubava solo la Juventus. Ricordate? MC