94'.
Alte voci, ma isolate, chiamano in avanti il portiere del Benevento, Brignoli. Lui ancora non sa perché, ma si lascia cullare e portare, da quei richiami, fino al limite dell'area avversaria, lontanissima dalla porta che dovrebbe difendere.

Il Benevento è in superiorità numerica a causa della meritatissima espulsione di Romagnoli (75') per un fallo su Letizia, che si stava lanciando in contropiede verso l'area di Donnarumma.
All'improvviso il cielo plumbeo, che minacciava pioggia da un'ora, si lasciò ferire e un solo raggio di sole morente lambì il campo. Un tremendo sortilegio da disinnescare imponeva uno stregone potente. La porta di Donnarumma era la casa inviolabile di un gigante feroce e spietato.

Cataldi, in procinto di battere una punizione dalla sinistra dell'area del Milan, intravide una macchia verde avvicinarsi alla porta proibita, da destra, verso la mischia che già affollava l'area. È Brignoli? D'istinto lo sguardo si spinse fino alla nostra porta: era vuota.
All'unisono con la rincorsa di Cataldi, il nostro portiere si tuffò, ma questa volta non da estremo difensore, no, si lanciò invece per offendere e, al momento cruciale, spiccò un balzo come la tigre dall'agguato.

Il tempo si fermò.

Per un secondo, ammutoliti, colle bocche spalancate, intuimmo che stava per accadere una cosa mai vista.
Il cross è teso e perfetto, intercetta con violenza la testa di Brignoli che intanto, in una impossibile performance aerea, che a tutti noi sembra al rallenti, torcendosi all'inseguimento del contatto colla palla, piomba in mezzo alla mischia e...la sfera stregata s'insacca alla sinistra di Donnarumma, pietrificato.

Dopo un attimo d'incertezza, lo stadio esplode in un profondo acuto liberatorio. 14 settimane ci hanno negato la soddisfazione di aprire il percorso in serie A. Nessuno riesce ancora a crederci. Sono troppo lunghe 14 settimane per conquistare il primo punto. Troppo lunghe? Le rivivrei tutte, una per una, soffrirei di nuovo e di più, partita dopo partita, una sconfitta ingiusta dopo l'altra, comprese quelle all'ultimo minuto, pur di giungere di nuovo a ciò che sta succedendo oggi, qui, sotto i miei occhi. Pur di rivivere questo 95° minuto che ci regala il primo pareggio!

Non è possibile: ha segnato il portiere, di testa, nell'area di rigore nemica!

Che anche oggi abbiamo dovuto, dalla curva indigena, subire l'oltraggio dei tifosi milanisti, traditori del Sud, da Caserta, da Napoli, da Salerno, dalla provincia di Benevento (pochissimi questi ultimi) che avevano vilipeso, dai “distinti”, la nostra bandiera, con gesti da lupanare e provocato la tifoseria sannita alla reazione aggressiva. Ma non avevamo ceduto alla violenza; soltanto avevamo preteso che fosse allontanato dalla nostra vista, dalla Forza Pubblica, il più facinoroso, un laido maiale, colla panza trabordante, la faccia rubizza, pavido dopo la nostra sacrosanta reazione di sdegno, che si esprimeva coi gesti appresi da una realtà degradata e degradante.

Via il maiale dagli spalti del nostro stadio e sotto le Forche Caudine tutti i milanisti, compreso il calabrese Gattuso!
Una voce grida al vicino: “Abbiamo un punto” e questi rimane esitante per un momento, poi sembra ancora chiedersi: “Abbiamo un punto?”, ma si rivolge a un amico e da una voce all'altra, prima timidamente, poi con sempre maggior virulenza, cresce il coro, fino a diventare un boato che riempirà tutto il Vigorito.

Ma non avete ancora capito che la nostra è la squadra dei “miracoli”, badate: non dei “miracolati”; ma di quelli che hanno cuore, muscoli e sangue, soprattutto sangue; il sangue non del rancore.

Mai per vendetta, ma per giustizia, per forza e determinazione, il sangue per risollevarsi ad ogni tonfo, per riguadagnare, in volo, le ali di un trionfo impossibile!?!
Non vi siete ancora abituati all'idea che prima o dopo vi sorprenderemo ancora e ancora, con le nostre prodezze inaudite?!

Perdonate l'immodestia: noi siamo grandi, nella caduta e nel recupero, nel tonfo e nel trionfo - non ci appartengono le mezze misure perché siamo imprudenti -. Questa è la storia della nostra amatissima Città.

Se pronuncio Benevento-Milan 2 a 2; se lo ripeto ancora per dieci volte: Benevento-Milan…Milan?!? Col Milan abbiamo pareggiato?!? Per la prima volta abbiamo conquistato un punto in serie A!

Abbiamo un punto!
E lacrime copiose sgorgarono e continuammo ad abbracciare sconosciuti, come fossero amici d'infanzia; ragazze bellissime ci saltarono al collo, mani intrecciate, volti ridenti, i bimbi incontenibili, mai provata una gioia più esplosiva. Ci ritrovammo noi stessi bambini, nel campetto della scuola elementare, col pallone al piede, a immaginare di essere chissà chi... Chi? Ma Brignoli, il nostro portiere che infila un mancino imprendibile a Donnarumma, mentre questi è già il nuovo Buffon, ma sarà ricordato per essersi fatto gabbare da un altro portiere, che forse non sarà mai ricco e acclamato neanche un milionesimo rispetto a lui.

Poi anche la mente, non ancora acquietata, ci induce a riflettere su cosa è accaduto.

La squadra è cambiata, sta imparando a dialogare nel palleggio, a verticalizzare e a difendere. Nessuno potrà più insultare De Zerbi. Tutti noi allestiremo in casa un altarino votivo a Brignoli, “santo subito”, completo di candelina di pura cera d'api e dimenticheremo all'istante alcune “papere” che gli rimproveravamo.

Oggi inizia il campionato in serie A del benevento.