Questa sera la Nazionale Azzurra, si gioca un pezzo del Mondiale. Vincere, significherebbe avere un piede e  mezzo in Russia nel 2018. 

Durante la pausa, i protagonisti della serie A, sia nazionali che non, hanno la possibilità di rilasciare interviste e dire la loro su ciò che riguarda il massimo campionato. Tra le tante che abbiamo letto ed udito, Chiellini e Mister Di Francesco, hanno rilasciato dichiarazioni che, se ascoltate attentamente, potrebbero rivelarsi vere e proprie bombe nucleari sul pallone nostrano, che nemmeno il leader Kim Jong-un riuscirebbe a fare. Le tematiche sono: massima serie poco allenante, difensori "che non sanno difendere", giovani da far crescere, stadi di proprietà e stress psico-fisico. Andiamo con ordine. 

Il centrale difensivo della Juventus, in una delle tante domande della sua conferenza, ha dichiarato che "il campionato è bello, ci sono tante squadre in pochi punti, dovuto però all’abbassamento del livello generale. Difficile perdere punti con alcune squadre, prima non era così. Le medio piccole non hanno più interesse a investire. Davanti a questa spaccatura del campionato serve una riflessione". Questa situazione, andrebbe a danneggiare tutti i club che affronteranno le competizioni europee di club o delle rispettive Nazionali.  Sempre durante la conferenza, ha altresì affermato che "il Guardiolismo ha rovinato un po’ i difensori italiani: ora tutti sanno impostare e si allargano ma non sanno marcare. Quando ero giovane io, ci si esercitava a “sentire l’uomo”, a marcare in area. Adesso sui corner i difensore italiani lasciano tutti liberi: è un peccato perché si perde l’essenza di una scuola... Chi sta crescendo dietro di noi c’è: Caldara, Rugani e Romagnoli devono fare esperienza internazionale".

Il tecnico giallorosso, ad una domanda inerente la differenza tra loro e i bianconeri, ha chiamato in causa altri problemi principali delle nostre società: le troppe gare ravvicinate, budget non sufficienti per acquisti utili a supportare tale impegni e la carenza di stadi di proprietà. Ecco un estratto: "Differenze con la Juventus? L’abitudine a giocare grandi partite una dopo l’altra: campionato, Champions, campionato. Comprano giocatori adatti a questo tipo di stress, di mentalità. E poi hanno lo stadio di proprietà. Quello porta 10 punti in più in classifica"

Gli stadi. Quei catini dove il tifoso della propria squadra è il dodicesimo uomo in campo. Colui che urla e grida come in nessun altro posto farebbe, più dei lottatori di Wrestling quando si sfidano; più dei politici nella campagna elettorale o nei talk-show. L'ultras, quel compagno di squadra immaginario che ti passerebbe il pallone davanti la porta o che ti gridasse "uomo" se qualcuno ti sta rubando la sfera.  Immaginatevi bolge infernali come Napoli, Roma, Lazio, Fiorentina, Verona (giusto per citarne qualcuna), assistere a cinque metri di distanza ed incoraggiare i propri beniamini, con stadi simili all'Allianz Stadium. Sarebbe uno spettacolo immenso per tutti.  Qualsiasi squadra italiana o straniera, avrebbe vita dura per uscire indenne da questi gironi danteschi. Per fortuna qualcuno si sta muovendo in questo senso. Atalanta in primis.

Tanti addetti ai lavori, tecnici e giocatori, si sono posti domande sul futuro della massima serie, ad esclusione dei vertici, che staranno pensando a giocare a parole crociate, a Subbuteo o a Fifa con la playstation! La riforma della serie A da 20 a 18 squadre, diritti tv più equi, maggior tutela dei propri giovani, seconde squadre, possibili play off e play out, burocrazia più veloce per accelerare i tempi nelle costruzioni degli stadi di proprietà, questi sono alcuni temi da affrontare urgentemente.

Se vogliamo migliorarci e tornare ad essere il campionato più bello e duro del mondo, ascoltate chi lo vive giorno dopo e giorno, non tappattevi occhi ed orecchie. Il treno passa una sola volta, saliteci sopra e ridateci ciò che amiamo in tutto il suo splendore: IL CALCIO.