Altro giro altra corsa... va in onda l'ennesimo inno al pressappochismo societario. Una partita preparata in un clima surreale, dove sembra quasi qualcuno dimentichi che la Roma prima di essere una società per azioni è una società sportiva...

Dzeko va, Dzeko resta, altrimenti vendono il Ninja... o magari Perotti... poi alle 8.20 c'è come l'impressione che tutti si siano guardati in faccia e si siano detti "oooohhh ma guarda che tra 25 minuti dobbiamo gioca'... sbrigamose che sennò arrivamo tardi al campo"...

Tutto dipende sempre dalla società, non dal proprietario (inciso per i benpensanti che indicano come schierati o appartenenti ai tifosi delle presidenze chi si permette di muovere critiche o elogi..). 

In tutto questo casino totale, la Roma gioca una partita mediocre come ormai è di consuetudine. Il mister a fine partita si lamenta dell'arbitro giustamente e, quasi, ha la voce rotta dalla foga nel voler dire che la Roma ha ritrovato il gioco. 

Ma quale gioco non glielo chiede nessuno. La Roma QUESTO gioco che fa ora non l'ha mai fatto prima, questo pressing asfissiante, questo andare tutti di corsa nemmeno ci fosse una svendita di Iphone vicino la porta avversaria...  E sopratutto la domanda delle domande: "Ma questo sarebbe avere un gioco?"
Di fatto Viviano ha dovuto fare una sola parata, su Nainggolan. Per il resto nulla. 
Dove sta la verità?  La verità è che la Roma è maestra a complicarsi la vita da sola. 
La verità è che ognuno si sente il diritto di dire la sua su ogni cosa e ti ritrovi come in quei grandi pranzi con tutti i parenti dove non si capisce niente di niente. 

La società dice che Dzeko non va via perchè non ci piace l'offerta, "comandiamo noi!". Anche se il concetto di decidere è un tantino diverso dall'aspettare che arrivi un offerta migliore,specie se ormai si è capito che per bisogno di denari immediati è in vendita pure la macchina personale di Monchi per arrotondare. 

Poi l'allenatore invece che dice "io Dzeko me lo tengo stretto ma me lo vogliono vendere che devo fare?". 
Poi arrivano i giocatori che dicono "Dzeko e' importante speriamo che resti". 

Ognuno dice la sua, ma una telefonata no? Se non altro per dare una parvenza di "sai si noi lavoriamo insieme allo stesso progetto".

Ma uno che si rende conto che la Roma non vince più da quando ce facevamo il bagno ce sta? Uno che dice che il fallo su Strootman, non fischiato (evidentissimo), è un episodio che è ridicolo indicare come sostanziale nel computo del risultato finale, esiste? 
Uno che dica "Ma se una delle 3-4 occasioni capitate la buttavamo dentro magari non dovevamo stare a pensare all'arbitro?" oppure che si chieda per quale diavolo di motivo Kolarov non va di testa su quella palla invece che alla Carla Fracci? Uno che chieda al Mister perche si ostina a mettersi una scarpa 43 su un piede 45 solo perche gli piace per forza il modello di scarpa? Questa squadra non ha i giocatori giusti per fare il 433. Anche quando le cose andavano bene non era certo per merito del modulo, ma piuttosto del rendimento dei giocatori.

Uno che chieda al Mister perchè non si preoccupa di far rendere al meglio un talento come Schick, limitandosi a costringerlo a giocare nell'unica casella libera dello schema predefinito che a priori (secondo lui) è quello giusto, si trova? 

Noi facciamo il 433 pure se non abbiamo nessun esterno di ruolo a disposizione. Cioè, mi immagino la scena di uno dei collaboratori del mister che, nella preparazione alla partita, prende la parola e dice "Mister Perotti e El Sharawii sono infortunati, Under ha la febbre, Gerson il mal di pancia, Defrel ha dato una testata al palo, che ne dice di .... ehm... cambiare modulo?". Il mister se lo guarda e senza pensarci un attimo risponde "Chiama Bruno..." "Bruno Peres mister?ma veramente..." "No. Bruno Conti..."

Ora come ora la Roma si regge sulla saracinesca che abbiamo in porta. Fine. Non c'è altro, uno straccio di gioco o di idea in campo. La costante sono le urla del Mister che si sgola per fare in modo che tutti corrano e facciano le cose di fretta.. facciano pressing... vadano qui vadano la... 

La verità finale è che la Roma era una squadra competitiva, completa, e che aveva fatto il suo record di punti. Le scelte societarie (sempre da li parte il problema) hanno determinato QUESTI SCADENTI risultati sportivi. 

Anche quest'anno l'unico obiettivo che è rimasto è di qualificarci alla Champions PER AVERE I SOLDI, non per arrivare quarti o andare in Champions.

Sarebbe il caso di smetterla di correre dietro allo stadio, alle plusvalenze, alla vendita record, e concentrarsi su come funzionano le squadre che vincono con continuità. Figure determinanti in società che ci capiscono di calcio, società struttura e organizzata che pensa anche ai minimi dettagli per fare in modo che gli atleti rendano al massimo. A partire dall'allenatore che dovrebbe capire che non e' uno schema che ti fa vincere in se. Uno schema ti fa vincere se e' quello che si adatta meglio alle caratteristiche dei giocatori che hai. Questa squadra, sembra assurdo, ma non e' costruita per giocare con il 433. Manca una vera ala, ci abbiamo provato chiunque manca solo Alisson. 

La speranza è che Monchi riesca in una profonda revisione alle basi della Roma portando una metodologia nuova che porti finalmente qualche risultato concreto. Non è un caso che le società in testa in classifica e che comunque ottengono risultati concreti, più o meno importanti, abbiano comunque una società forte, anche se in maniere diverse tra loro e anche opposte magari.

Speriamo in Monchi