Amarcord? No, non c'è da essere nostalgici. Ogni tanto bisognerebbe semplicemente soffermarsi a riflettere su ciò che è stata la Juventus dell'Avvocato (volutamente con la lettera A maiuscola). Eppure non è passato tanto tempo: è proprio vero che la memoria è corta.

E' chiaro che i tifosi più giovani, diciamo quelli compresi in una fascia di età tra i 20 e i 30 anni, non possono averne contezza, e poi le nuove generazioni sono abituate a "urlare" sia fisicamente sia metaforicamente quando si esprimono. Quindi, non possiamo meravigliarci se i giovani appassionati ritengono naturali, ovvie, direi scontate le esternazioni dei vari componenti della società, dirigenti o giocatori, in merito a quanto accaduto a Madrid.

Poi ci sono coloro i quali parlano di "Stile Juventus", e francamente sono più gli anti-juventini che i tifosi bianconeri. E se non fosse che ne parlano semplicemente per gettare discredito sulla squadra e sulla società, potrei anche dare loro ragione: lo "Stile Juventus" esiste, e NON BISOGNA MAI DIMENTICARLO! 

Il problema è che lo "Stile Juventus" non dovrebbero dimenticarlo soprattutto i componenti della società e della squadra. Invece, Andra Agnelli, Buffon, Benatia sembrano proprio essersi distratti. Andrei con ordine inverso. Benatia al termine della partita parla addirittura di essersi sentito stuprato, come se sapesse di cosa si tratta. Crozza ha solo provato a spiegargli in cosa consiste uno stupro, visto che nella quotidianità gli stupri avvengono purtroppo diffusamente. Il giocatore Marocchino cosa fa? Risponde per le rime, sentendosi offeso nell'onore, e sbagliando una seconda volta. Non serve ricordare in cosa ha sbagliato: ne parlano tutti, e poi è una cosa triste!

Buffon, a caldo, parla di un arbitro fantasmagorico, un non-uomo con l'immondizia al posto del cuore. I più, anche tra i tifosi juventini, immaginano le scuse già al ritorno da Madrid, magari sul suo profilo Instagram, mentre è ancora in volo. Passano i giorni: niente scuse, anzi. Buffon afferma, nelle successive interviste, a freddo, che non rinnega nulla di quello che ha detto, e che ripeterebbe ogni cosa, fino all'ultima parola, perchè rinnegare sarebbe da ipocriti, e lui non vuole passare per ipocrita. I più, di cui parlavo sopra, si rassegnino: Buffon pensava davvero quello che ha detto (preciso che il mio nickname inizia proprio col nome di Buffon ...).

Andrea, il Presidente, cioè l'uomo che più di tutti rappresenta la vita e la storia della Juventus, si precipita ai microfoni di Mediaset per parlare della "vanità di Collina", che ha causato la designazione di un arbitro inesperto, che ha determinato l'eliminazione dalla Champions. Andrea è un fiume in piena. Dice che il designatore deve essere cambiato con cadenza regolare, presumo per garantire la necessaria imparzialità. Dice che è indispensabile l'introduzione dell'elettronica anche nei contesti internazionali. Dice che farà di tutto perchè queste innovazioni siano implementate al più presto (ricordo che è presidente dell'ECA). Lo avremmo incoraggiato in questo anche se non avesse esternato quelle dichiarazioni.

Certo, Andrea Agnelli è giovane, ma almeno lui dovrebbe ricordarsi di suo Zio! In piena coerenza con se stesso, non fa multare Benatia, dice che Buffon è il simbolo della Juventus (ricordo che in effetti Andrea non aveva un bel rapporto con Del Piero ... a proposito di simboli!), e fra poco si stringe la mano destra con la sinistra per farsi da solo i complimenti per come sta gestendo questi giorni di baldoria mediatica.

Ricordo l'Avvocato quando parlava alla stampa. Se gli veniva chiesto, provocatoriamente, di esprimersi su un torto subito sul campo, o su una gara scialba di un giocatore, reclinava leggermente il viso verso il giornalista e componeva la sua metafora, o l'analogia, fatta di sottile ironia e proprio per questo riusciva a colpire in grande profondità. Nulla a che vedere col nipote, evidentemente. Giovanni aveva un aplomb che gli garantiva di essere sempre dalla parte della ragione. Mai una frase fuori posto, mai gli ho sentito alzare la voce. Eppure era sempre efficace, diretto quanto basta per colpire il destinatario della sua riflessione.

E' questo lo "Stile Juventus" a cui fanno riferimento i tifosi juventini, compreso il sottoscritto, quando auspicano un ravvedimento da parte di uno dei propri beniamini. Ciò non significa che non bisogna lamentarsi se si ritiene di aver subito un torto. Significa semplicemente che i modi in cui ci si lamenta devono essere composti e misurati, mai offensivi e volgari: insomma Del Piero, non Buffon o Benatia.  E ciò non tanto e non solo perchè l'Avvocato ci ha insegnato così, quanto perchè la Juventus sta facendo un grande lavoro con l'istituzione delle Academy, frequentate da tutti i piccoli juventini che mai e poi mai dovrebbero osservare comportamenti o ascoltare sproloqui dei propri beniamini in aperto conflitto con i valori delle Academy stesse.

Quindi, la riflessione in casa bianconera è d'obbligo, e se ormai è difficile tornare sui propri passi, almeno si faccia in modo che quanto visto e sentito sia l'ultimo atto del non-"Stile Juventus".