Vincenzo Montella ha parlato di André Silva, possibile titolare domani contro la Roma, rilasciando questa dichiarazione: "La cosa che più colpisce è che nonostante i tanti gol, tutti si aspettano molto di più da Silva. Questo dimostra quanto possa crescere ancora, ma non so quanto sia pronto per il calcio italiano rispetto ai campi internazionali. Attenzione però, contro la Roma è più una partita internazionale...".

Questo concetto viene ribadito spesso dall'aeroplanino e messo in pratica, visto che André Silva è un titolare del Milan in Europa League, ma non è un titolare del Milan in campionato.
Ora vorrei capire una cosa. Che vuol dire che André Silva è un giocatore da campi internazionali e che non sa quanto sia pronto per il campionato italiano? Premesso che il campionato italiano sta crescendo, ma è lontano dai fasti degli anni novanta e duemila, dove era il campionato più competitivo e difficile del mondo. Ora non è più così. Certo, è ancora un campionato difficile, tattico, ci sono pochi spazi, ma non si discosta così tanto dal coefficiente di difficoltà di una manifestazione europea come l'Europa League.
Prima i difensori, e mi riferisco agli anni 90/2000, erano più forti, si marcava a uomo e non a zona come adesso, e lì i difensori picchiavano e non lasciavano spazi.
Ricordiamoci i calciatori spagnoli che sbarcavano in Italia e non riuscivano a rendere come rendevano in Spagna, dove a differenza del campionato italiano degli anni 90/2000, c'erano più spazi e le marcature non erano così asfissianti come in Italia. Porto l'esempio di Javi Moreno, José Mari, che giocarono nel Milan, Farinos che giocò nell'Inter oppure Gaizka Mendieta, fenomeno a Valencia e deludente nella Lazio.
Nel campionato italiano, che era il più difficile del mondo, questi calciatori che in Spagna fecero faville, in Italia delusero, proprio perché il campionato italiano era molto più difficile di quello spagnolo. Appunto era. Oggi è difficile, ma non così tanto come pensa Montella. Oggi per esempio il nostro campionato è molto simile a quello spagnolo, ci sono molti più gol e molti più spazi. Difatti i calciatori spagnoli che vengono dal campionato spagnolo riescono a fare bene nel campionato italiano. Negli anni 90/2000 non era così.
Chi veniva dal campionato spagnolo falliva. Di quel periodo fece bene, ma senza strafare, Pep Guardiola, che giocava centrocampista centrale e che ha militato nel Brescia e nella Roma nella serie A italiana.

Tornando ad André Silva, io penso che per fargli conoscere il campionato italiano e prendere le misure, l'unico modo è farlo giocare. Solo così potrà prendere confidenza con la nuova realtà del calcio italiano, ma ripeto, non siamo nel campionato italiano degli anni 90/2000.
Ora il coefficiente di difficoltà del nostro campionato non è a quei livelli. E anche a quei livelli posso ricordare, e mi riferisco sempre al periodo d'oro del calcio italiano, ovvero gli anni 90 e 2000, l'attaccante portoghese della Fiorentina Nuno Gomes, che fece, a periodi alterni, anche piuttosto bene, nonostante quella Fiorentina non se la passava bene a livello societario, con la gestione Cecchi Gori, che poi si concluse purtroppo con il fallimento della società viola. E Nuno Gomes, che era un buon giocatore, non era lontanamente paragonabile ad André Silva, che è molto più competitivo dell'ex attaccante portoghese della Fiorentina.

Sono convinto che se verrà fatto giocare con continuità, André Silva farà bene nel campionato italiano come sta facendo bene in Europa League. Non condivido questo ragionamento di Montella.
André Silva è un attaccante totale, buono per tutte le occasioni, sia in Campionato che in Europa.