Un'introduzione dovuta a Davide.
Abitando a Firenze ho avuto modo di "incontrarlo" molte volte. Le mille parole rilasciate nei suoi confronti sono tutte vere; non sono io a doverlo confermare, ma non ho mai visto un segno diverso dalla gioia, in qualsiasi momento le nostre strade si siano incrociate. Conosco la città di Firenze e quel "dimostreremo a Vittoria cosa è stato suo padre" non saranno frasi di circostanza o campate in aria.

Venendo alla partita di ieri sera: male, a tratti malissimo. Sembra che io descriva una partita diversa da quella di Wembley; eppure la Juventus ha passato il turno ed è, di nuovo, tra le prime otto d'Europa. Io però, si sa, sono un italiano atipico: non mi fermo mai solo e soltanto al risultato. Ieri sera abbiamo superato il turno per merito della dea bendata e non per una effettiva superiorità sul campo.

Mister Allegri stupisce ancora; pronti via e si rispolvera la discussa difesa a 3. Qualcosa me l'ero ammoscata nell'incontro con la Lazio. Il mister non "prova" mai delle formazioni a caso ed ha rispolverato, in un momento cruciale della stagione, un modulo che quest'anno ha dato più dolori che gioie. Certo, è vero che nel calcio i numeri sono qualcosa di volatile, di variabile; conta molto di più l'atteggiamento che la squadra mette in campo. Questo schieramento però non fa parte del DNA della Juventus odierna: molte volte, quest'anno, ho avuto modo di vedere una squadra compassata, con il baricentro basso e dalla poca propensione all'attacco.

Non si è vista una bella partita ieri sera; se il Totthenam fosse stato avanti di 2/3 gol alla fine del primo tempo non avrebbe rubato assolutamente niente. In questa situazione c'è molto merito degli Spurs, ma soprattutto tanto demerito del mister. Dopo anni di vittorie, il tifoso juventino che conosce di calcio, è diventato esigente. Io sono diventato esigente. Queste figure in Europa non si devono più ripetere, anche a discapito del risultato. In questo frangente si è visto l'Allegri "brocco": tutto ciò che si poteva sbagliare era stato sbagliato.

Il calcio, però, si sa: non è una scienza esatta. Due cambi che obiettivamente sembravano più una mossa della disperazione, che una svolta tattica, hanno letteralmente cambiato la partita in due minuti. Ho sempre imputato ad Allegri di non saper conoscere e valutare le partite in corsa; ricordo i primi cambi all'ottantesimo che molto spesso mi hanno lasciato basito. Questa volta, però, ha avuto ragione lei mister. Chapeau.

I miei complimenti, però, finiscono qui.
La figura di ieri non è da squadra di Champions League e non è adatta a una compagine che ha raggiunto due finali negli ultimi tre anni. Se si punta veramente a questa coppa, questa non è ne la direzione, ne il modo giusto di farlo. No, io non sono tra quegli juventini che ieri sera godevano inneggiando ai gufi. Io non sono tra quei tifosi che cancellano le prestazioni secondo il risultato di una partita. Perchè il calcio non sarà sempre una scienza esatta, ma molto spesso il copione scritto è sempre lo stesso. Questa volta c'è andata bene, la prossima con questa prestazione non lo farà.  La qualità della rosa è innegabile. Sarebbe ora di giocare sessanta minuti a partita e non i canonici dieci.
Fino alla fine, mister.