Dopo quel tremendo infortunio patito contro il Palermo due anni fa, Marchisio non ha più trovato la sua condizione migliore. Una rottura del legamento crociato che necessitò di due interventi chirurgici e che impedì al principino persino di partecipare da spettatore all’ultima partita della stagione 2015-16, quella della celebrazione dello scudetto, tanto alto era il rischio di andare a compromettere definitivamente il ginocchio per l’attività agonistica.

Dopo un lungo iter riabilitativo, ecco il ritorno contro la Sampdoria nella gara di andata della passata stagione: tuttavia da quel momento abbiamo assistito ad una condizione fisica con alti e bassi, culminata con la decisione, nel settembre di quest’anno, di far avviare al calciatore un iter ad hoc per ridare forza ad un ginocchio non ancora tornato al top della forma.

Nonostante ora l’infortunio sembra essere messo definitivamente alle spalle, continuiamo ad assistere ad un utilizzo di Marchisio con il contagocce da parte di Allegri: le gerarchie del tecnico toscano a centrocampo sembrano essere ben chiare, con Pjanic e il pupillo Khedira titolari inamovibili. Subito dietro a questi due Matuidi e, ultimamente Bentancur che sembra aver scalzato Marchisio nelle gerarchie del mister, almeno a giudicare dall’ultima partita in cui ha preferito inserire il ragazzo ex Boca. Ad oggi, Marchisio ha un impiego tra i centrocampisti appena superiore a Sturaro, decisamente esiguo per un calciatore del suo valore e della sua importanza.

Riconosco che alla Juventus serve una rosa con calciatori doppi in ogni ruolo e capisco che la stagione è ancora lunga; tuttavia mi domando come mai a Marchisio sia stato sinora dato un minutaggio così esiguo: a maggior ragione se, a giudicare almeno dalle ultime prestazioni, sembra che ci si stia nuovamente orientando verso un centrocampo a tre elementi. Marchisio è un calciatore per noi ancora troppo importante per essere messo in secondo piano: egli rappresenta un emblema di juventinità dentro e fuori dal campo ed è l’unico calciatore, ad oggi, in rosa ad aver fatto tutta la trafila delle giovanili; un elemento che, nelle passate stagioni, ha dimostrato di essere una pedina fondamentale in qualsiasi scacchiere tattico scelto dai vari allenatori transitati a Torino e che non può aver perso tutto d’un tratto quelle che sono le sue doti.

Trequartista, mezzala, mediano davanti alla difesa nel secondo anno di Allegri, in qualsiasi posizione abbia giocato ha dimostrato di saper garantire personalità, tecnica e abnegazione alla causa bianconera; uomo spogliatoio, lontano dalla chiacchiere e dalle luci dei riflettori è stato ed è uno dei senatori che hanno trainato il resto del gruppo nei momenti di difficoltà incontrati in questi anni.

Un calciatore che, a mio modo di vedere, va quanto prima reinserito come elemento centrale nel progetto di centrocampo bianconero, anche per allontanare gli spettri di una cessione estiva; la scorsa estate si era parlato di sondaggi effettuati da parte di Napoli e Milan, desiderose di accaparrarsi Marchisio, sondaggi che sono destinati a rimanere tali; ma è dall’Inghilterra che il Principino nutre di grandissimi estimatori.

C’è senza alcun dubbio Antonio Conte, suo padre putativo in bianconero, ma in questo caso ci sarà da capire se sarà ancora alla guida dei Blues la prossima stagione; ma chi nutre di un’incredibile ammirazione nei confronti di Marchisio è Jurgen Klopp: il tecnico tedesco rimase letteralmente folgorato dal centrocampista bianconero nel doppio scontro di Champions tre stagioni fa, quando era alla guida del Borussia Dortmund. Non solo, non appena arrivato al Liverpool due stagioni fa, fece come primo nome per la sessione invernale di mercato proprio Marchisio: un muro altissimo della società bianconera, unito alla volontà del giocatore di non lasciare Torino, tarparono i sogni di Klopp.
Ma non è escluso che vengano tentati nuovi assalti e chissà che Marchisio, se verrà continuamente impiegato col contagocce, non possa questa volta cedere alle lusinghe di un club pronto a farlo sentire di nuovo importante.