Chi scrive premette doverosamente di essere un tifoso del Milan, probabilmente prevenuto nei confronti di Massimiliano Allegri. Nonchè un estimatore, calcisticamente parlando, di Antonio Conte e del "contismo", sorta di cholismo ante-litteram che è il punto di forza di un allenatore non spettacolare, ma straordinariamente vincente, in grado di ottenere dalle sue squadre più di quanto promettano sulla carta, Nazionale inclusa. La Juventus rinacque dopo calciopoli nella stagione 2011-2012, la prima di Conte. Nella precedente, allenata da Gigi Del Neri, aveva raggiunto il settimo posto, fuori dalle coppe europee. Le novità della stagione furono tre, a mio avviso ugualmente determinanti: - Lo Juventus Stadium, - Antonio Conte, - 4 giocatori arrivati nel mercato estivo: Lichtsteiner dalla Lazio (10 milioni), Vidal dal Bayer Leverkusen (12 milioni), Vucinic dalla Roma (15 milioni) e soprattutto Andrea Pirlo (SVINCOLATO). Svincolato perchè al Milan campione d'Italia, Massimiliano Allegri non sapeva cosa farne. Non fu Allegri a dare a Pirlo il benservito, fu il giocatore a non voler rinnovare, ma la motivazione era quella: Pirlo era finito ai margini del progetto tecnico e si sentiva ancora perfettamente in grado di giocare da protagonista. L'anno precedente, Pirlo era stato provato da mezzala. Davanti alla difesa, nel progetto di Allegri, doveva giocare Van Bommel. Così il Lorin Maazel del calcio si accasò con la Signora. Pirlo alla Juve fece la storia. Non come l'aveva fatta al Milan ma abbastanza da vincere 4 scudetti consecutivi. Ma quell'anno, il 2011-2012, non sarebbe bastato. Per vincere quel campionato, bisognava che lo perdesse il Milan, il Milan di Ibrahimovic, che aveva un potenziale decisamente superiore alla Juventus. Matri, Vucinic, Quagliarella e un Del Piero a fine carriera non erano nemmeno paragonabili a Ibrahimovic, Pato, Robinho ed El Shaarawy (senza contare Cassano, alle prese con un problema cardiaco che lo tenne a lungo lontano dai campi). Lo vinse la Juve tanto quanto lo perse il Milan. Lo vinse Conte tanto quanto lo perse Allegri. E si fa presto ad accusare il "gol di Muntari", favoritismo certamente clamoroso, ma tutto sommato isolato (nella stessa partita fu annullato anche un gol valido a Matri a pochi minuti dalla fine). La verità è un'altra e passa da una scelta scriteriata di Allegri. Il quale nel tempo ha sicuramente imparato molto del centrocampo a tre, ma sembra ancora ripetere gli stessi errori del passato sotto altri punti di vista. La scelta scriteriata fu quella di rischiare l'acciaccato Thiago Silva in un Milan-Roma di Campionato il 25 marzo. Thiago sarebbe uscito dopo 10 minuti per un infortunio muscolare. Allegri si giustificò dicendo che Milan-Roma era fondamentale per il Campionato. Allora perchè non lo aveva fatto riposare cinque giorni prima per la semifinale di ritorno di Coppa Italia, con la qualificazione già largamente compromessa vista la sconfitta casalinga dell'andata? Thiago aveva già lamentato fastidi muscolari nei giorni precedenti e giocò tutti i 120' (supplementari compresi). Il 28 marzo e il 3 aprile Thiago saltò i quarti di finale di Champions contro il Barcellona: 0-0 a San Siro e 3-1 al Camp Nou. In Campionato il Milan fu fermato il 1° aprile al Massimino di Catania (1-1) e il 7 aprile fu sconfitto in casa dalla Fiorentina in cerca di punti salvezza (1-2). In 2 settimane, un'intera stagione fu mandata per così dire a meretrici. Ibrahimovic non le mandò a dire e l'ambiente nello spogliatoio si frantumò irrimediabilmente. A fine stagione Ibra e Thiago furono ceduti al PSG. Nesta, Inzaghi e Gattuso diedero l'addio al calcio, Seedorf cercò fortuna in Brasile. Si era chiuso un ciclo. Ad oggi, Allegri è l'unico allenatore ad aver perso il Campionato con Ibrahimovic in rosa. Il secondo sarà probabilmente quest'anno Mourinho. A batterli, in entrambi i casi, Antonio Conte. Mentre si chiudeva il ciclo rossonero, si apriva quello della Juventus, campione d'Italia imbattuta. E vittoria dopo vittoria, con lo Stadium sempre esaurito, sono arrivati i soldi, e con i soldi i grandi acquisti. Marotta del suo ha azzeccato plusvalenze strepitose, su tutte quella di Paul Pogba. Risultato: se la Juventus consegnata ad Allegri la scorsa stagione era una squadra formidabile, quella di quest'anno è ugualmente formidabile con in più il pregio di aver tolto Higuain e Pjanic alle dirette concorrenti. Sono convinto che qualsiasi Homo sapiens che abbia una minima dimestichezza con il giuoco del calcio, se messo a sedere sulla panchina della Juventus, vincerebbe il Campionato. Vedere Pjanic davanti alla difesa fa un po' sorridere pensando al primo anno di Allegri al Milan e Pirlo a fare la riserva di Van Bommel o Nocerino. Ma il sospetto è che certe altre lezioni non siano state imparate: nella gestione dello spogliatoio, nel recupero degli infortunati... Solo la Juventus può perdere questo Campionato. Missione impossibile, ma se c'è uno che sa come si fa, è Massimiliano Allegri.