Dopo diverse stagioni, il calcio italiano si presenta ai nastri di partenza della Champions League con tre squadre. Merito al Napoli, per aver superato lo scoglio dei preliminari, che spesso hanno prodotto "vittime" illustri.

La scorsa competizione, ha visto la Juventus fermarsi a 45 minuti dalla vittoria, sì perché il primo tempo di Cardiff lasciava grandi speranze al gruppo di Allegri, disgregate durante la ripresa, dove i colpi delle Merengues hanno vanificato una competizione vissuta fino a quel momento da grandi interpreti. 

Si riparte da assoluti protagonisti, perché per i campioni d'Italia in carica, dopo anni di dominio nazionale, continua la spasmodica ricerca del trionfo continentale, ma deve necessariamente esserci una inversione di rotta. In Europa, l'estro non basta, la tattica sta tornando prepotentemente a recitare un ruolo da assoluta protagonista.  Vince chi riesce a trovare l'equilibrio a centrocampo, Zidane ha realizzato il tutto quando ha affiancato un "mastino" come Casemiro e un "monolite" come Kroos a quel perfetto regista che risponde al nome di Modric. Il resto lo ha fatto Cristiano Ronaldo, gestito e centellinato nei minuti e mai così letale nella fase degli scontri diretti.

Dunque, c'è da auspicarsi un'assunzione di responsabilità maggiore da parte di Pjanic, sperare che Khedira ripeta il numero di presenze offerte nella scorsa stagione ed immaginare che Matuidi abbia una veloce integrazione con il resto del reparto.
In difesa, le alternative non mancheranno e la cessione di Bonucci va intesa come una assoluta presa di posizione del tecnico, rischiosa, ma di carattere.
Ora la Juventus è libera da alibi ed ha solo un parafulmine: Allegri. L'ultima volta che un top club italiano ha percorso questa strada era il 2010, ci trovavamo a Milano e quel tecnico era Mourinho.

Grandi speranze le offrirà sicuramente anche il Napoli, non più solo bello, ma finalmente cinico. Il modo in cui ha superato l'ostacolo Nizza è stato davvero impressionante: nell'arco dei 180 minuti non ha rischiato mai, ma ciò che ha colpito gli addetti ai lavori è stata la sua capacità di abbassare i ritmi, facendo ciclicamente rifiatare gli interpresti, per poi riprendere ad occuparsi della fase offensiva. Nel personalissimo "curriculum" dei partenopei, adesso c'è anche la lezione impartita dal Real Madrid, con la quale Sarri ha capito l'importanza della fisicità e delle palle inattive in Europa. Il resto è già molto incoraggiante.

Probabilmente, la meno attrezzata della "spedizione tricolore" è la Roma, non per limiti tecnici, ma perchè si trova all'inzio di un progetto con Di Francesco timoniere, assoluto esordiente in questa competizione. Certo, anche Zidane era al suo esordio in panchina quando ha vinto la Champions, ma su certi palcoscenici si era esibito da calciatore almeno un centinaio di volte.

Anche il sorteggio si è messo di traverso, Chelsea ed Atletico Madrid non sono sicuramente avversari incoraggianti nel girone. Conte è alla ricerca della consacrazione europea, dopo aver dominato a sorpresa la scorsa Premier League ed ha dimostrato più volte la sua capacità di riuscire ad ottenere il massimo anche da giocatori mediocri, figuriamoci dai componenti di un club ambizioso come quello di Abramovich. Simeone, da par suo, è perfetto per questo tipo di scenari, gestisce in maniera granitica il reparto difensivo e si affida all'estro di attaccanti di valore mondiale, in principio furono Falcao e Diego Costa, ora Griezmann. Non è un caso che nelle ultime quattro Champions League, i "Colchoneros" abbiano centrato due finali, una semifinale ed un quarto di finale.

La differenza, come sempre, la farà la capacità di non perdere punti con le squadre più deboli della fase a gironi, perché la bellezza del calcio ci offre la possibilità di continue sorprese negli scontri diretti e questo aspetto potrebbe offrire un trampolino di lancio per qualche "mina vagante".   

Questa è la stagione che ci accompagnerà al Mondiale in Russia del 2018. Ebbene sì, una piccola curiosità: nel 1990 (Milan), nel 1994 (Milan) e nel 2010 (Inter), il calcio italiano si presentò alla competizione iridata con un proprio club campione d'Europa, dunque,  non ci resta che incrociare le dita.