Gli acquisti a costo 0 del Milan stanno diventando come le ciliegie: uno tira l'altro.

Premetto che non sono contrario a questo tipo di compere. Un acquisto deve essere valutato per il suo valore intrinseco e per la sua utilità. In sostanza, se arriva il giocatore giusto al posto giusto, l'acquisto è non solo azzeccato, ma doppiamente opportuno, in quanto non pesa sul bilancio come costo di cartellino da ammortizzare.

Detto questo, faccio notare per la 864^ volta che questi erano gli acquisti per i quali Galliani veniva crocifisso un giorno sì e uno no. Non solo, ma uno dei motivi per i quali il Milan doveva cambiare proprietario era che non se ne poteva più di una società che non investiva e andava in giro a raccattare i giocatori in scadenza di contratto.

La verità è che, per una feroce ironia del destino, il Milan si è ritrovato ora a dover fare ampio affidamento sui giocatori che, privi di impegni contrattuali, possono accasarsi dove credono.

La vecchia proprietà aveva i soldi da spendere, ma aveva deciso di non investire più sui cartellini, per cui il povero Galliani era privo di budget e doveva puntare sui legami coi procuratori. Fra le altre cose l'ex-AD rossonero aveva messo in piedi un'operazione capolavoro, sostituendo l'inutile e sopravvalutato bambolone Pato, con il truce Tevez, ma la proprietà bocciò tutto.

Ora è la nuova proprietà che non ha soldi da spendere, tanto è vero che YongHong Li (e suoi eventuali partner in quest'operazione) hanno investito a leva (cioè a debito), sperando in alti rendimenti che consentano loro di rimborsare il finanziamento ricevuto e pagare il relativo costo in interessi. Per questo motivo l'attuale dirigenza non dispone delle risorse per investire sul mercato e sta rastrellando giocatori a costo 0, esattamente come faceva Galliani.

Strinic non è Pijanic, ma il Milan attuale non è la Juventus e non ne ha l'appeal, per cui può essere un acquisto intelligente. Di certo non potrà fare meno bene dello sconcertante Rodriguez, al quale io antepongo anche lo svalutato Antonelli.

Reina è un portiere maturotto, ma poiché la carriera di un estremo difensore è più lunga, l'acquisto ha il suo perché. Del resto anche i poppanti nelle nursery hanno capito che non è solo Raiola che vuole portare via Donnarumma, bensì anche il Milan che spera di fare cassa con il portiere. Ed è da vedere chi speri di più che Gigio cambi maglia.

Mi lascia perplesso l'etichetta di colpo per l'acquisto di tal  Nathan Soares Bernades, 18nne brasiliano cresciuto nelle giovanili del Cruzeiro e poi rimasto senza contratto dopo qualche mese di prova nell'Avai. Un giocatore di cui si può tranquillamente dire che non interessava a nessuno. Magari è un fenomeno incompreso, e questo lo vedremo, ma definirlo un colpo sulla base dei dati in nostro possesso, lascia secondo me il tempo che trova.  

Per fortuna lo scenario complessivo presenta sprazzi di sereno:

- quello che doveva essere un traghettatore-parafulmine, Gattuso, si sta rivelando un tecnico che sa lavorare, e non essendo in arrivo Guardiola o Conte, conviene tenerselo stretto (evitando di regalarlo ad altre squadre come fece il Milan con l'emergente Trapattoni negli anni '70);

- sembra che André Silva stia imparando come si gioca in Italia e, anche se a Londra ha sbagliato come i suoi compagni, mi ha fatto un'impressione migliore che in altre occasioni;

- la Lazio nei quarti di Europa League è la stessa con cui il Milan ha vinto l'ultima in campionato e passato il turno in Coppa Italia, per cui questo Milan (che da un po' rende meglio di tutti tranne che della Juventus) non è complessivamente male.

Un ultimo pensiero lo dedico a Vincenzo Montella che si ritrova nei quarti di Champion's alla guida di una squadra buona, ma non irresistibile. Non credo che il Bayern dia scampo al Siviglia, ma la squadra andalusa è andata a vincere all'Old Trafford contro il Man-U di Mourinho, tuttora detentore dell'Europa League. Penso che Montella sia un ottimo tecnico, preparato e intelligente, che forse ha il limite di volere a tutti costi una squadra come piace a lui. In ogni caso, tuttavia, ha lasciato un Milan nei 16mi di Europa League e portato a casa l'ultimo trofeo rossonero: la Supercoppa Italiana vinta a Doha.

Gattuso sta lavorando meglio di Montella, ma questo è un merito di Rino e non un demerito di Vincenzo.