La storia viene scritta dagli eroi, da uomini che non hanno paura di dare il massimo per conquistare ogni centimetro sul campo di battaglia, dove vincere è l'unica cosa che conta.
Ieri abbiamo assistito alla Battaglia, nella quale c'erano 22 uomini pronti a tutto pur di vincerla, o così doveva accadere.
Di guerrieri però, ne ho visti solamente 11, vestiti d'azzurro.
Erano affamati, guidati da una forza superiore, quella di migliaia di napoletani che forse non hanno mai smesso di sperare in quel sogno chiamato Scudetto, guidandoli fino a Torino con tanto di amore e di cori... il loro coro, che fa della squadra, del popolo e della città un tutt'uno: "Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione​​​​​​".

Da un lato era scontato immaginare un Napoli così, dall'altro lato no. Perché vai nella loro arena, in quello stadio dove hai raccolto solo sconfitte, perché giochi contro chi ha la mentalità vincente, che segue il motto ​​​​​​"vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta". Allora lì, in quello stadio, le gambe ti tremano per natura, come capita a tutte le squadre, come se si seguisse un copione già scritto. Allora non puoi immaginare che proprio al 90' minuto, contro la squadra che distrugge tutte le altre appena osano mettere piede allo Stadium, un gigante si alza in volo e rompe quel copione già scritto. Quel gigante, di nome Kalidou Koulibaly​​​​​​, ha scritto una pagina di storia, regalando un'emozione indescrivibile a chi ha il cuore azzurro, e non solo. Non solo, perché siamo cresciuti tutti con un pallone tra i piedi, siamo tutti legati a questo meraviglioso sport e al concetto di favola (Leicester docet), allora in quel preciso momento non puoi non esclamare goool​​​​​​, facendo un salto come si volesse raggiungere quel gigante in cielo, per abbracciarlo e dirgli... Grazie. 

Arriva il fischio finale, ed il 22 Aprile si trasforma nell'ultimo dell'anno. Cori, tanto per non cambiare, fuochi d'artificio e tanta festa. Perché quella vittoria sa di scudetto, e in quel momento non se ne parla proprio di restare coi piedi per terra... perché Koulibaly ci ha dimostrato che delle volte per raggiungere i propri sogni, restare coi piedi per terra non serve a nulla, e quindi bisogna per un attimo saltare in cielo, e toccare il sogno con le proprie mani. Ora mancano quattro partite e il Napoli dista dalla capolista solo un punto. Il calendario lo conosciamo, e sognare è lecito, così come è lecito vedere una città in festa.
Festeggiate ragazzi, perché lo meritate, perché per questa notte... Il cielo è azzurro... sopra Napoli.