"A volte ritornano" è il titolo di una celebre raccolta di racconti dell'orrore, pubblicata dalla geniale mente dell'autore, forse più famoso in questo genere di narrativa, che non altri è che lo scrittore americano Stephen King, il quale con questa locuzione è riuscito ad afferrare uno dei concetti psicologici più tipici della nostra esistenza.

Il significato del verbo "ritornare" radifica le proprie origini in un sentimento che può richiamare a diverse interpretazioni di significato: potremmo logicamente tradurne il senso in un semplice andare nel luogo in cui eravamo precedentemente stati, come invece si potrebbe anche pensare ad un'accezione più profonda, che trascina la nostra mente verso uno scenario di rivalsa, nel contesto della rinascita di un qualcosa, che si era precedentemente perso.

Ed è proprio questo il tema cui fa riferimento la nuova tappa della carriera di un calciatore olandese, considerato anche come uno dei fuoriclasse assoluti tra gli attaccanti del calcio moderno: Robin Van Persie.

L'ex centravanti del Manchester United, una volta passato ai turchi del Fenerbahçe era considerato dai molti al tramonto del proprio cammino professionale sui campi da gioco, ma in quelle tre stagioni trascorse in Turchia, il 34 enne di Rotterdam è riuscito a ricavare un ottimo bottino realizzativo piuttosto soddisfacente,  con 25 reti segnate in 57 match disputati.

Nonostante l'ottima vena realizzativa, le critiche verso il nazionale olandese non accennavano ad attenuarsi: il livello sicuramente non esaltante della Süper Lig, campionato in cui militava, faceva da padrone, come un grande titolo sventolato in alto da un aereoplano passante, a dimostarare l'ormai inesorabile calo dell'ex attaccante dei Red Davils.

L'età passa per tutti, e ciò non è possibile da negare, così come non ci si può opporre ad un tale fenomeno della vita, ma Robin ha deciso di ribellarsi, stupendo chi lo considerava già al capolinea, magari pronto ad abbracciare altre cause lontane dal rettangolo verde, rinascendo nel club che lo ha lanciato quando era ancora un ragazzino: il Feyenoord.

Tornato in patria soltanto pochi mesi fa, nella sessione invernale del calciomercato, è diventato il valore aggiunto della propria formazione, reaizzando 4 reti pesantissime per lo svolgimento dell'Eredivisie: la prima, in casa contro il Groningen, a firmare il 3-0 dei padroni di casa, con il sapore della ciliegina sulla torta, che è sempre oggetto di apprezzamento, ma che è ha assunto soltanto il preludio di altre segnature veramente decisive.

Infatti nella seconda occasione in cui il classe 1983 è riuscito a raggiungere la via del goal, la propria squadra è riuscita ad imporsi per 1-0 sugli avversari dell'Heracles Almelo, nella classica partita complicata in cui il guizzo del campione fa la differenza.

Ma il vero e proprio spettacolo ha fatto attendere la propria rappresentazione alla gara in trasferta contro lo Zwolle, il cui terreno di gioco si è trasformato nel teatro perfetto, per l'esibizione dello spietato rapace d'area che il mondo del calcio ha imparato a codificare nel nome di Robin Van Persie: una doppietta, realizzata in pochi minuti, che ha lanciato il proprio club verso la vittoria, poi sofferta ed arrivata per 4-3 in favore del "club van het volk", che ha rischiato soprattutto nel finale con la doppietta del polacco Parzyszek, che aveva momentaneamente riaperto il discorso punteggio.

"A volte ritornano", come diceva il celebre maestro dell'orrore, anche se qui, nello specifico a preoccuparsi sono i difensori del campionato olandese, alle prese con la rinascita del Cobra, come lo soprannominava Wenger ai tempi dei gunners.