Quasi un mese di corteggiamento, decine di contatti con l'agente Simonian tra telefonate ed incontri per discutere sul progetto e sull'eventuale contratto, svariati tentativi di convincimento al presidente Al-Khelaifi riguardo la formula del trasferimento e poi? Quando tutto sembra quadrare, gli innumerevoli sforzi sembrano aver dato i loro frutti e Javier Pastore sembra essere ad un passo del vestire il nerazzurro, ci pensa Suning ad intoppare la trattativa.

Servono più o meno 5 milioni di euro per il prestito oneroso. Cinque milioni di euro per far si che l'insistenza del duo Sabatini/Ausilio possa essere premiata e per garantire a mister Spalletti un top-player nella zona in cui l'Inter non sembra avere alcuna soluzione valida.
Eppure Suning tentenna, aspetta, ci pensa, non agisce, alimentando dubbi sull'effettiva voglia da parte del gruppo di Mr. Zhang di investire nell'Inter e per l'Inter.
Perché va bene tutto. Vanno bene le sponsorizzazioni, gli accordi commerciali, la crescita del brand e quant'altro, ma il calcio è essenzialmente campo e l'Inter, sul campo, necessita di Pastore e dello "sforzo" di Suning.

Il FFP è diventata una giustificazione che non ha più tanto credito quando si parla di mercato e di pareggi di bilancio e di certo non serve essere esperti di economia e finanza per capirlo. Il bilancio preso in questione sarà quello con scadenza al 30 giugno 2018 e una qualificazione in Champions garantirebbe entrate sufficienti per permettere all'Inter di non sentire il peso dell'investimento che porterebbe El Flaco a Milano.

Quindi tutta la responsabilità sulla buona riuscita di questa trattativa è del gruppo cinese che, ricordiamolo, si è presentato a Milano con l'obiettivo di  riportare l'Inter al più presto tra i primi dieci club al mondo ma che oggi, dopo appena due anni, sembra già essersi dimenticato di quella promessa.
E il caso-Pastore va ad aggiungersi ad una serie di atteggiamenti poco comprensibili della proprietà dell'Inter (vedi il veto sul trasferimento di Ramires) che stanno facendo storcere il naso ai parecchi tifosi che avevano visto, nel patron Zhang Jindong, la giusta persona per riportare l'Inter nell'elìte dei club mondiali.

La speranza è che questo articolo possa essere smentito nel minor tempo possibile e che Javier Pastore possa finalmente andare ad indossare quella casacca nerazzurra numero 10 lasciatagli da Joao Mario.

Se così non dovesse essere, però, sarebbe più che lecito chiedere a Suning:

"A che gioco stai giocando?"