Cari amici, l’anno nuovo è alle porte e con lui anche la finestra invernale di calciomercato. Scommetto che anche voi, come me, non vedevate l’ora.

I giornalisti di tutto il mondo sono già in competizione per stabilire chi tra loro la spara più grossa.

La bomba su cui mi soffermerò oggi arriva direttamente dall’Inghilterra, terra feconda di incredibili/impossibili scoop di mercato.

Il Manchester United di Mourinho vuole Paulo Dybala. E fin qui ci siamo, la Joya bianconera fa gola a tutti i grandi club europei.

L’offerta del Manchester United di Mourinho per Paulo Dybala è di 70 milioni di euro. No dai. È uno scherzo. Come dite? In Inghilterra sono sicuri? Certo gli inglesi sono sempre sicuri, come quando erano convinti di essere i più forti, in quanto inventori del football, per poi prenderne di santa ragione un po’ ovunque in giro per il mondo.

In ogni caso prenderò per vera questa notizia. Ora, senza offesa per lo Special One, dalle parti di Torino (e non solo) qualcuno si sarà sicuramente fatto grasse risate. Facile capire il perché: se Lacazette e Stones sono stati pagati 60 mln di euro, Sigurdsson 50 mln, Lukaku 88 mln, Bernardo Silva 70 mln, Mendy 58 mln, Walker 55 mln, Dembelè 150 mln, Morata 80 mln, e Van Dijk è stato pagato qualcosa come 84 mln (e ce ne sarebbero molti altri da citare), come può Dybala valerne 70?

Non preoccupatevi: la posizione della società Juventus in merito al futuro del numero 10 è ben delineata: Dybala è uno dei punti fermi del futuro e attorno a lui sarà costruita la Juve, a meno che non sia lui stesso a chiedere di andare via e porti in sede una vagonata di quattrini. Insomma, al momento non ha prezzo.

Se c’è un giocatore che la Juventus non dovrebbe cedere mai, nemmeno per cifre esorbitanti, quello è proprio Dybala. Di certo non il mio calciatore preferito, ma è l’unico in rosa che davvero ha i numeri del campione.

L’argentino ha 24 anni, ha iniziato la stagione in maniera straordinaria (e straordinario forse è persino riduttivo) dipingendo calcio: 10 gol nelle prime 5 partite di campionato. Devastante. Poi, come qualsiasi giocatore sballottato da un oceano all’altro e come qualsiasi 24enne in piena maturazione (Messi e CR7 a parte) ha avuto un doppio calo: fisico e mentale. I due rigori decisivi falliti (dopo una striscia lunghissima di trasformazioni pesantissime dagli 11 metri) hanno poi contribuito a minare le certezze della Joya.

In realtà Dybala, checchè se ne dica, è in netta ripresa. Ha cambiato il volto alla Juve del secondo tempo contro la Sampdoria a Marassi, tornando al gol su azione, ha fornito 2 assist letali ad Higuain nelle difficili trasferte di Milano e Napoli. In più è tornato al gol in Coppa Italia contro il Genoa. Un gol dei suoi, bellissimo.

Il problema è la prospettiva, il trampolino, la dimensione Champions. Quei paragoni da narrativa distorta con Messi. Chiacchiere che non c’entrano nulla col percorso di un giovane campione.

La storia recente Juve è piena di passaggi da apoteosi ad apocalissi nel giro di un battito d’ali o un rigore sbagliato. C’è stato il Pogba viziato che doveva sedersi in panchina per ritornare umile, c’è stato il Morata che doveva alzare la testa e fare pace col suo cuore spezzato, c’è stato fino a qualche mese fa l’Higuain goffo e grasso, incapace di essere decisivo nei match che contano.

Ora il focus è su Dybala: poco decisivo, discontinuo, vuole essere ceduto e via così. Solo falsità.

Tutti vogliono rivedere il vero Paulo. Lo scorso anno le sue qualità emersero in tutta la loro prepotenza in un sistema di gioco (il 4-2-3-1) in cui a correre e coprire erano Mandzukic e Cuadrado e lo stesso Higuain, a ricucire e strappare erano Alves e Sandro e a fare entrambe le cose erano Khedira e Pjanic. Oggi il sistema apparentemente non è più così efficace, e Allegri nelle ultime partite ha trovato solidità nel 4-3-3, modulo che mal si adatta però alle caratteristiche (non certo di ala) di Dybala. Ma si sa, i campioni sono campioni, a prescindere dal sistema di gioco. Ora sta a lui dimostrare di esserlo davvero.