C'è una grande differenza tra una squadra di calcio ed un gruppo di calciatori. Seguo questo sport da circa 7 anni,da quando ne avevo 10 e speravo che ad ogni partita potesse segnare lui,il mio capitano. Quel Pinturicchio che mi ha fatto emozionare ai rigori del 2006 che tra lo stupore generale e i ricordi sbiaditi,ancora vagamente ricordo. Nonostante un addio,tra le lacrime e gli applausi del mondo calcistico,penso che il ''credo'' sia rimasto. Si,perché è bello pensare che possa esistere un codice d'onore tra i calciatori,o quanto meno tra gli Uomini che con solenni promesse spendono lustri e lustri in una squadra. Oggi,vedendo la mia e la vostra Juventus,patrimonio del calcio italiano,sono felice;sono felice perché ,quando vedo un giocatore segnare ed esultare,è contento per la squadra e non è sazio di ego; quando vedo un Uomo sporcarsi la maglia e rompersi i legamenti per questi colori,lo fa per me che dal divano urlo il suo nome ogni santa domenica. Io che su quel divano resterei per ore a guardare la mia Juve con la spensieratezza di chi l'indomani non deve affrontare ancora una vita dura e piena di sacrifici come quella degli adulti e che inevitabilmente trascorre il resto della giornata nel riguardare la partita un altro paio di volte tra un assolo di chitarra e uno sguardo al futuro... Per ora mi accontento delle piccole cose facendo tesoro di questi anni di spensieratezza che mi restano,perché a differenza di tanti altri tifosi più grandi, non so ancora il mio futuro come sarà e di che colore... Per adesso oltre al bianco e al nero intravedo poche soluzioni. Ma anche così non mi dispiace affatto,perché lo sport,anche se non giocato, mi aiuta spesso...come la musica. Spesso ho guardato le partite della Juventus con un sottofondo musicale. E vedere la palla ondeggiare a 3/4 di tempo non ha prezzo. E' un valzer indomabile ed infinito nel tempo,che un prezzo non dovrebbe mai e poi mai avere. -Marco Pernice (DarkSide)